Venerdì 7 febbraio 2025
ore 21.00
Renato Sarti e Barbara Apuzzo in
Ausmerzen
Vite indegne di essere vissute
Di
Marco Paolini
Mario Paolini
Michela Signori
Giovanni De Martis
Adattamento, regia,
scena e costumi
Renato Sarti
Con
Barbara Apuzzo
Renato Sarti
Produzione
Teatro della Cooperativa
Ausmerzen. Viene da “aus merz”, da marzo. Ha un suono gentile, di terra. È una parola di pastori, indica qualcosa che va fatto in quel tempo. A marzo le pecore e gli agnelli che nella transumanza rallentano la marcia vanno soppressi. I dottori dell’eugenetica alla fine della Belle Époque prendono due strade per migliorare il mondo: per gli inglesi si trattava di “to eradicate illness”, sradicare la malattia. Per i tedeschi si trattava di “ausmerzen”: sopprimere i deboli. Sapete come è finita, no? Molti anni fa, a metà degli anni Novanta, mentre stavo preparando uno spettacolo sul lager della Risiera di San Sabba a Trieste, venni a conoscenza dell’Aktion Te Vier, l’Azione Ti Quattro, il primo sterminio di massa nazista: l’eliminazione di settantamila tedeschi fra malati mentali, portatori di handicap, disabili e bambini affetti da malformazioni. […] Quando vidi Ausmerzen di Marco Paolini, che parlava di tutto quello che aveva determinato, preceduto e seguito la T4, rimasi colpito profondamente. Un autentico pugno allo stomaco. Paolini, con profonda sapienza teatrale, fa comprendere in maniera limpida e cristallina come l’eugenetica, che perseguiva l’igiene razziale, con la sterilizzazione prima e l’eliminazione fisica dopo, fu uno degli elementi che favorirono la nascita del nazismo e non il contrario. Il razzismo esisteva da sempre, ma alla fine dell’Ottocento cercava una conferma razionale in una scienza che diventava, nel nazismo, eugenetica di Stato, a tutela della “parte buona” della popolazione. E i medici tedeschi, che vi aderirono in modo rilevante, non dovevano più curare ma “difendere i geni sani” ed espellere i “deboli” e i “contaminatori della razza”. […] Quando ho chiesto a Marco Paolini di portare Ausmerzen al Teatro della Cooperativa per ricordare Franco Basaglia nel centenario della sua nascita, lui mi ha risposto: «perché non te lo fa ti? Me fido». Una proposta che ho subito accettato perché mi è sembrata davvero un’ottima occasione per cimentarmi con uno dei suoi lavori più interessanti e profondi e per aggiungere un ulteriore tassello al mio percorso teatrale di ricerca, di studio e di approfondimento sui temi legati alla grande Storia del secolo passato e soprattutto alla Seconda Guerra Mondiale. Al mio fianco sul palco ci sarà Barbara Apuzzo, attrice affetta da artrogriposi, un’amica che ha frequentato il nostro teatro fin dagli inizi e che con la sua voce, il suo corpo e la sua presenza fisica renderà ancor più chiaro il messaggio di Ausmerzen.
Renato Sarti